Les années folles

Animati da una duplice spinta, libertaria ed edonistica, gli anni venti hanno comportato una vera e propria rivoluzione del gusto e del costume a livello mondiale, segnando una svolta importante nella storia del pensiero. “Ruggenti” per gli Americani, “folli” per i Francesi, gli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale, caratterizzati da euforia e voglia di trasgressione in tutti campi, hanno travolto molti schemi, abbattuto barriere e pregiudizi, dato un impulso enorme all’affermarsi della modernità. Di questo ha parlato Gabriella Rovagnati nell’ultimo incontro di OMNIBUS, tenutosi presso il ristorante Ancora di Morbegno. La relatrice si è concentrata su Parigi, dove Le Corbusier travolge la concezione tradizionale dell’abitare, con le sue ville sospese su sottili pilastri di cemento armato a sezione circolare (pilotis), dove il tetto, piatto e non più spiovente, è un giardino, le finestre corrono lungo l’intera facciata, e gli interni sono arredati con mobili estremamente funzionali, liberati da ogni pesantezza o leziosità decorativa. Si cambia modo di abitare, ma anche modo di vestire, grazie alle grandi stiliste dell’epoca, che liberano la donna da corsetti e sottogonne e le dimostrano che può fare quello che fino allora è sempre stato appannaggio degli uomini: esercitare sport (tennis e bicicletta), fumare, guidare l’automobile e avere amanti a piacimento di entrambi i sessi. Con la moda severa alla garçonne di Coco Chanel, l’eleganza degli abiti in sbieco di Madaleine Vionnet, le raffinatezze sartoriali di Jeanne Lanvin e le provocazioni di Elsa Schiapparelli, le donne assaporano per la prima volta la possibilità di una vera “parità di genere” e imparano a rendersi attraenti anche con profumi inebrianti, come Chanel n°5 (1921) o Arpège (1927) di Lanvin, o con lunghe file di perle o ancora con dispendiosi gioielli delle grandi case quali Cartier o Tiffany. Anche la pittura entra in una fase nuova: Matisse, Modigliani, Picasso, Dalì e molti altri hanno i loro atelier nei quartieri che sono il fulcro della vita della ville lumière degli anni venti: Montmartre e Montparnasse, pieni di locali, caffè e brasseries, ma anche di cabaret, cinematografi e teatri di rivista che conferiscono alle loro strade una particolare vivacità. Accanto a loro vivono i protagonisti della grande letteratura americana di quel periodo: Hemngway, ScottFitzgerald. Il cinema si rinnova grazie ad attori-registi del calibro di Charlie Chaplin, Buster Keaton.

La musica conosce l’arrivo del Jazz dall’America che introduce un frenetico ballo nuovo: il charleston, ballato con abiti corti pieni di balzee di frange e con scarpe decollté con tacco basso e cinturino. Numerosi sono i locali destinati a gay e lesbiche, perché anche la sessualità è liberata da barriere e vincoli. Incarnazione di tutte queste aspirazioni libertarie è la figura spregiudicata di Josephine Backer, la “venere nera” su cui Rovagnati ha concluso la sua relazione, mostrando un breve filmato in cui la soubrette balla vestita soltanto di uno slip succinto, ormato di piume.

Ottima la cena francese seguita alla conferenza. Grazie al Ristorante Ancora e a tutti i partecipanti.

Si chiude così in allegria conviviale l’attività di OMNIBUS che riaprirà i battenti il prossimo settembre.

classic

yes

Lascia un commento

Articoli Recenti

;

Via San Giovanni, 8, 23017 Morbegno (SO) Prof. Dott. Gabriella Rovagnati Tel: 3355308189 E-mail: gabriella.rovagnati@gmail.com
© Copyright 2015-2022 Associazione Omnibus - Privacy Policy

POWERED BY DIVERSAMENTE DIGITALI