Kafka

 

Intrecciando vita e produzione narrativa, la relatrice ha presentato ieri sera la figura di Kafka come genio angosciato e angosciante, autore di testi di grande modernità, spesso criptici e di non facile interpretazione, benché scritti in un linguaggio semplice e lineare, perché suggeriti da un senso di insicurezza e di non apparenza all’ambiente che lo circondava. Una breve vita segnata dall’angoscia e dalla malattia quella di Kafka, giovane giurista che concepì sempre la sua vera passione, la scrittura, come una colpa e non trovò mai la forza di emanciparsi da un padre “vincente” che condizionò in maniera devastante la vita professionale e affettiva del suo unico figlio maschio. Rovagnati si è soffermata sul racconto più famoso, “La metamorfosi” e sui tre romanzi, “America”, ” Il processo” e “Il castello”, indicando nell’intera produzione dello scrittore praghese la triade tematica: colpa, espiazione, condanna. Dopo la conferenza si è degustato l’ottima cena mitteleuropea proposta dal ristorante Ancora, chiudendo in allegria una stagione di successo per Omnibus.

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