Ilse Aichinger

 

La convinzione che la coccinella sia un insetto portafortuna vanta una tradizione lunghissima, ma si tratta di una credenza che non ha nessuna base scientifica. Con questa affermazione l’entomologo Paride Dioli ha introdotto ieri sera la sua lezione su questo piccolo coleottero a OMNIBUS. Già un papiro egizio, conservato al Louvre e risalente a 5000 anni fa, presenta una coccinella elevata al grado di divinità, che impedisce al faraone, desideroso di ridestare dalla morte la moglie Nefertiti, ulteriori sacrifici umani. Dioli ha poi descritto l’animaletto, predatore di pidocchi delle piante, utilissimo in agricoltura, parlando non solo della coccinella rossa dai sette punti neri, la più diffusa, ma anche delle altre moltissime varianti (per colore e dimensioni), sottolineando l’importanza del rosso, considerato in molte culture simbolo di vitalità, forza, passione ecc. A questa sostanziale valutazione positiva dell’insetto, va aggiunta però una variante catastrofica: La coccinella arlecchino (Harmonia axyridis). Importata negli USA dall’Asia nel 1914, questa coccinella, più resistente e più grande delle altre, introdotta come ausiliaria, si è dimostrata essere di fatto una sciagura, perché non elimina solo gli afidi dalle piante, ma anche le coccinelle più piccole, recando danni all’equilibrio biologico e all’ambiente. La brillante conferenza che ha presentato l’insolito argomento in un linguaggio semplice e accessibile a tutti, ha suscitato notevole interesse presso il pubblico presente, come ha dimostrato la vivace discussione con il relatore seguita alla conferenza.

La serata si è conclusa con un brindisi e lo scambio di auguri per le prossime feste natalizie.

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