scritto da 12 Aprile 2022 in Eventi e manifestazioni
ilCompletando il suo primo intervento natalizio, in cui aveva analizzato la parte iniziale dell’Oratorio di Händel “Messiah”, ossia quella relativa alla nascita di Cristo, Pietro Ciapponi ha preso in esame ieri sera a Omnibus il resto di quest’opera solenne: la seconda parte, relativa alla Passione e Resurrezione, che si chiude con il noto “Halleluja”, e la terza e conclusiva che canta l’apoteosi del Salvatore e si chiude con il maestoso finale costruito sull’unica parola “Amen”. In tono pacato e con linguaggio semplice, il relatore ha illustrato il crescendo del discorso religioso, dalla tragicità al trionfo finale, che si riflette anche nella struttura di testo e musica, assai più complessa rispetto alla parte iniziale e giocata magistralmente su una tecnica di allusioni, rimandi, immagini speculari. Particolare evidenza è stata data al ritardo con cui esplode il magnifico “Halleluja”, liberatorio dopo un costante crescendo di tensione nell’ascoltatore, al sapiente effetto di sorpresa dei brani corali, ottenuto con il passaggio improvviso e allora inusuale da uno stile a un altro, all’uso innovativo della tromba, strumento allora ancor molto lontano da quello che conosciamo oggi. Il pubblico attento ha espresso al relatore il suo apprezzamento con un lungo applauso.