scritto da 21 Dicembre 2022 in Eventi e manifestazioni
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Emozionante e coinvolgente la lettura scenica proposta ieri sera a OMINIBUS da Carlo Arrigoni e Mattia Cattaneo, per la terza volta ospiti della nostra Associazione culturale. In quest’occasione il tema affrontato riguardava il labile confine fra sanità mentale e follia, fra cosiddetta “normalità” e squilibrio psichico. L’influenza che ha colpito Viola Valsecchi, ha costretto i due attori a rinunciare agli stacchetti musicali della violoncellista che da tempo condivide con loro il successo di questa performance , “Dicono che sono pazzo”, che è stata già proposta e apprezzata in diverse locations del Nord Italia. Per la nostra associazione, tuttavia, Arrigoni e Cattaneo, gli “architetti delle parole”, hanno, per così dire, “tagliato su misura” la serata, escludendo la lettura di testi di Alda Merini, già protagonista di una serata a OMNIBUS e inserendo al loro posto la recitazione di versi di grandi poeti (da Trilussa a Rilke) sulla follia. Si sono poi ascoltate le testimonianze epistolari, in parte recuperate dagli archivi di un ex manicomio in provincia di Bergamo, di persone lì internate per periodi più o meno lunghi e per patologie più o meno gravi. Questi documenti, che rigurgitano di bisogno di attenzione, di affetto, di prossimo, hanno indotto i presenti a riflettere sulla mai superata paura dei rapporti con chi è “diverso”, forse solo perché non si piega ai dettami di una società che tutti livella e uniforma, ma si presenta come “pazzo”, magari solo perché decide di rimanere fedele a se stesso a costo di irritare il mondo con la sua stravaganza. Nel brindisi finale si è stemprato il tratto malinconico della serata.