Einthoven

 

Avrebbe meritato una maggior affluenza di pubblico la serata che ieri sera a Omnibus ha avuto per protagonista il cuore, osservato dall’angolo visuale della medicina. Stefano Giustiniano, noto cardiologo, ha dapprima tracciato brevemente la storia degli studi e delle progressive scoperte relativi alle pulsioni elettriche del cuore fino al 1903, quando il fisiologo olandese Willem Einthoven (1860-1927), avvalendosi di un galvanometro a corda, eseguì il primo elettrocardiogramma interpretabile e attendibile per la diagnostica. La seconda parte della relazione ha riguardato invece la biografia di Einthoven, insignito nel 1924 del Premio Nobel per la medicina, grazie alla sua innovativa e preziosa invenzione. La parte finale della lezione è stata dedicata all’importanza dell’ECG, ancora oggi strumento diagnostico fondamentale per la prevenzione e la terapia delle patologie cardiache. Nei cento anni trascorsi dal Nobel a Einthoven, sono cambiati i macchinari, le vaschette iniziali in cui il paziente immergeva gli arti in una soluzione di acqua e sale, sono state sostitute da elettrodi di minuscole dimensioni, si sono raffinati i criteri d’applicazione e ampliate le rilevazioni, ma nella sostanza l’ecocardiografia è basata ancora oggi sullo stumento ideato da Einthoven, che, insieme a un’accurata anamnesi, resta la base imprescindibile per ogni ulteriore indagini su un cuore  malato. Con uno vivace scambio di domande e risposte fra pubblico e relatore, che ha lamentato l’eccessivo (e spesso inutile) ricorso attuale a esami  e indagini diagnostiche, si è conclusa l’interessante serata.

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