scritto da 12 Marzo 2023 in Eventi e manifestazioni
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Differenziandola da tutte le altre “donne d’acqua”, presenti in misura massiccia nelle arti fin dall’antichità, la relatrice ha focalizzato il suo discorso su “Ondina”, una creatura che, durante il romanticismo tedesco, diventò la protagonista di un fortunato racconto dell’ufficiale prussiano Friedrich de la Motte-Fouqué, scrittore ai suoi tempi prolifico e di grande successo, oggi del tutto dimenticato. Continua invece ad affascinare i lettori la sua fiaba dedicata a questa creatura elementare che – ripresa da un libro dell’alchimista medievale Teofrasto Paracelso –, innamorandosi corrisposta di un cavaliere, entra a far parte del genere umano e acquisisce un’anima immortale quando questi la sposa. Ondina mette però in guardia il suo compagno, rivelandogli la propria identità: se sarà tradita, sarà costretta a ritornare al proprio elemento, l’acqua, e a vendicarsi della sua infedeltà uccidendolo a suon di baci. Benché lo scrittore avesse dichiarati di aver scritto “Ondina” per puro divertimento, la fiaba è stata oggetto di diverse interpretazioni, di cui la conferenza ha proposto una breve carrellata. Ondina ha offerto per tutto l’Ottocento e fino a oggi un soggetto che ha affascinato musicisti (da E.T.A. Hofmann a Lortzing, da Ravel e Debussy e avanti fino a Heinz Werner Henze) e pittori, nonché a poeti e scrittori, che hanno rivisitato, reinterpretato e attualizzato la vicenda della ninfa romantica. Basti pensare, in ambito letterario, a “Ondine” di Jean Girodoux, dramma del 1939, o al racconto di Ingeborg Bachmann “Ondina se ne va”, del 1962. Impossibile seguire, ha concluso la relatrice, tutte le ricadute che il tema continua ad avere nella oggettistica, nel fumetto, nel balletto, in televisione, al cinema, dimostrando come questo personaggio non abbia cessato di esercitare il suo incanto su creativi di tutti i tipi fino ai nostri giorni.